Notizie storico cronologiche - Il santo a cui la chiesa è dedicata fin dalla sua origine era uno dei compagni del martirio del grande vescovo San Gennaro, poi patrono di Napoli. Nel percorso da Nola a Pozzuoli il santo si fermò nella zona di Somma. Chiesa tra le più antiche di Somma Vesuviana, sorge in un’antica area agricola, come testimoniano le numerose masserie. La data precisa di fondazione non è nota, ma si ritrova il toponimo in un documento angioino del 1268, e un esplicito riferimento in un documento del 1273. in principio era sicuramente una piccola cappella di campagna. Quando nel il vescovo di Nola vi fece visita nel 1561 versava in uno stato di totale degrado. Furono i gesuiti, nel XVIII secolo a restaurare la chiesa secondo lo stile barocco, costruendovi accanto un grande edificio con capienti cellai per la conservazione del vino prodotto nelle elle masserie di San Sossio e di Malatesta di loro proprietà. Nel 1712 il cardinale Vincenzo Orsini, poi nominato papa con il nome di Benedetto XIII, consacrò la chiesa rimessa completamente a nuovo. Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, la chiesa passò al convento di San Domenico Maggiore di Napoli e la masseria venne acquistata dal ricco proprietario D. Gaetano Manzo, che ristrutturò nel 1845 la chiesa a sue spese per restituirla al pubblico culto. Nel 1959, dopo alterne vicende, il complesso religioso venne infine acquistato dal comune di Somma Vesuviana e adibito ad edificio scolastico.
Caratteri ambientali - La chiesa di S. Sossio è in una zona esterna all’abitato, un tempo zona agricola caratterizzata dalla presenza di terreni fertili. Negli ultimi anni la zona è stata occupata da numerose costruzioni e da uno stabilimento industriale che hanno sottratto alla chiesa lo spazio antistante.
Caratteri tipologici morfologici - Il prospetto si presenta sobrio e lineare,con quattro grandi lesene al di sotto dei cornicioni aggettanti. In alto un timpano di dimensioni più piccole della parete sottostante chiude in alto la facciata. L’ingresso presenta un timpano ad arco spezzato in piperno retto da due colonne in marmo bianco su piedistallo in pietra lavica. Ai lati due aperture circolari decorate a stucco. Sul alto destro della facciata un campanile , collocato in posizione arretrata, culmina con un volume a capanna. L’interno, a navata unica, presenta due cappelle per lato e due ambienti collocati subito dopo l’ingresso, uno dei quali è adibito a sacrestia. Al di sopra della navata una volta a botte lunettata presenta decorazioni in stucco. L’estradosso della volta risulta è coperto da un tetto a falde. I rimaneggiamenti barocchi sono visibili nella navata, nelle cappelle laterali, nella volta e soprattutto sull’altare maggiore. Quest’ultimo presenta due colonne di ordine corinzio, collocate in modo da accentuare la profondità con un’illusione prospettica, che fanno da riquadro alla grande tela del seicento che rappresenta la decapitazione di San Sossio. All’interno si possono ancora ammirare tre confessionali in legno antico lavorato e un busto ben conservato con le reliquie del Santo. Nella zona a nord del convento, ora adibito a scuola, si possono ancora ammirare la vasta cantina, con lunghi bracci laterali convergenti verso l’alto per la presa d’aria, chiusi da spesse volte a botte e ricoperti da terreno vegetale.
Fonte: Progetto "Museo diffuso" della Provincia di Napoli per la catalogazione dei Beni Culturali.
Bibliografia: Testo monografico "Saluti da Somma Vesuviana" di Raffaele D'Avino e Bruno Masulli, Monografia "Itinerari vesuviani tra l'arte e la storia"